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  • ……ogni mattina al muro bianco. L’occhio, ben aperto sotto le palpebre abbassate, riconosce la propria anima. Non guardando gli altri, né specchiandosi negli altri, ma curvandosi su di sé, può incontrare la verità. Al buio lo spazio temporale si discioglie in tempo reale. Quasi un tempo fermo lungo l’oscurità, il presente percorre la più remota distanza per ritornare in quel primo bagno di luce di quando si viene mondo, così abbacinante da accecare la nostra stessa caduta sulla terra. Nessun ricordo nella memoria del volto prima di nascere. Non si può dire che gli occhi vedono, semmai che -a suo tempo- si potrà vedere per il tramite degli occhi, l’assenza del nostro stesso volto, senza l’aiuto di una superficie specchiante, interrati per l’eternità nell’intensità silenziosa del silenzio.